Editoria : buona la curva dei libri, ma senza Amazon…

E’ notizia di questi giorni che, nei primi 4 mesi del 2018, il mercato del libro è in crescita del +0,4%.  Il risultato si riferisce alla vendite escludendo dai risultati le performance di Amazon.

Bensì contempla a valore nei canali trade (librerie, Grande distribuzione e Store on line).

Lo rendono noto i dati Nielsen per conto dell’Associazione Italiana Editori (Aie)

Invece dovrebbe ancora (e ancora) far riflettere che, includendo le vendita di Amazon, le vendite complessive del prodotto libro si attestino, sempre nel primo quadrimestre 2018, ad un +1,5% circa.

Parliamoci chiaro : che un segno più in un settore così vitale per una società come la nostra sia positivo, non ci piove.

Tantopiù che il nostro Paese viene sempre tacciato di leggere troppo poco, e risultare così sempre in fondo alla classifiche europee di lettura.  In un quadro ancora più ottimistico se si pensa che il segno +  è in linea con quello del 2017.

Il settore editoria nel nostro Paese va peggio ogni anno che passa, con un numero di lettori che si attesta al 40,5% della popolazione, rispetto a variabili che vanno dal 60 al 90% nel resto d’Europa.

Dati che si fanno più gravi al Sud così come nelle aree definite “socialmente fragili”.

Soprattutto desta preoccupazione l’analfabetismo funzionale (ovvero l’incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo) che ammonta a circa il 70% degli adulti.

Un dato drammatico !

Sono circa 1.100 le librerie di catene,  circa tremila le librerie indipendenti, nel nostro Paese.  E il fatturato in crescita viene ascritto all’aumento dei prezzi, più che al volume delle vendite.

Un trend che non si arresta ?

Il presidente di Aie Ricardo Franco Levi dichiara :  “Secondo le stime di Aie si accentua la crescita (a due cifre) dell’e-commerce del libro fisico mentre si conferma la flessione nella vendita di libri di varia nella grande distribuzione organizzata e si registra qualche difficoltà anche nelle librerie, indipendenti o di catena”.

“Buoni i segnali anche sul fronte della lettura” ha proseguito Levi. “Il calo dei lettori sembra essersi arrestato nel 2018 sui valori dello scorso anno: i lettori sono il 62% in Italia, secondo i dati dell’Osservatorio Aie sui consumi culturali, che realizziamo in collaborazione con Pepe Research. Un dato in linea con quelli più recenti di Istat, che però si fermano al 2017. La priorità per tutti noi deve essere la lettura, a partire dalla scuola, come garanzia del futuro di questo nostro Paese”.

E proprio i primi mesi del 2018 vedono la nascita di Adei, l’associazione che raccoglie gli editori indipendenti oltre a gli Amici del Salone del libro di Torino e Fidare.

320 editori che rappresentano fra il 35 e il 40 per cento del mercato. Non certo bruscolini. A ben vedere si tratta di un soggetto con cui l’Aie dovrà misurarsi, da Mondadori, a Feltrinelli, GeMS e Giunti. Con un accusa di fondo all’associazione dei “grandi” di essersi interessata poco ai piccoli.

Il ruolo delle vendite on line per la tenuta dell’editoria.

Non vi è dubbio che l’e-commerce rappresenti una nuova chance per tutti, autori ed editori, ma anche per la libera scelta dei lettori. E la facilità di acquisto o fruizione (si pensi solo agli Ebook e agli eReader)

Fra le vendite on line la parte grossa nel 2017 l’hanno fatta elettronica di consumo e hi-tech (+28%). L’editoria si avvicina agli 800 milioni di valore delle vendite, circa +18%.

E mentre Google è diventato sinonimo di motore di ricerca, Amazon è sulla buona strada per esserlo per l’e-commerce.

In un interessante articolo di Davide Giansolati , l’autore racconta che “chiedendo a diversi editori se siano interessati ad avere un loro e-commerce o a rifare il sito web, mi capita spesso di ricevere la risposta : No grazie, non mi serve un e-commerce, tanto vendo su Amazon“.

Come dire… una miopìa imprenditoriale, prima ancora che culturale, che forse è fra le ragioni (o le conseguenze) per cui il livello culturale non accenna a migliorare.

 

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