Storie : The Sturt up, la storia di Egomnia dietro al film
In molti avranno visto, o quantomeno avranno sentito parlare del film “The Social Network”, diretto dal regista David Fincher e uscito nelle sale nel 2010, che ricevette un discreto apprezzamento da parte del pubblico e della critica.
Il lungometraggio trattava con una certa pertinenza la storia del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, e di tutti i passaggi che l’hanno portato a realizzare il social network più famoso al mondo.
Ad aprile, in Italia, è uscito al cinema “The Startup”, un film che ricalca grossomodo “The Social Network” e la sua trama.
Il ‘movie’ racconta la storia di un figlio di due operai che vivono nella periferia di Roma: il giovane, dopo aver superato diverse difficoltà, riesce ad emergere ideando quello che sembra a tutti gli effetti il social network del futuro.
Il film, oltre ad essere lontanamente ispirato alla storia di Zuckerberg, è in realtà il racconto per sommi capi della vita di Matteo Achilli e della sua invenzione, il social network Egomnia.
Nel 2011 Achilli, che all’epoca aveva 19 anni, realizzò insieme ai suoi colleghi dell’Università Bocconi di Milano un social network per dare una mano ai giovani a trovare lavoro.
In cosa consiste esattamente Egomnia?
Il sistema, per farla breve, si basa su un algoritmo in grado di abbinare i profili di chi cerca e chi offre lavoro su base “meritocratica”.
Un’idea niente male, se non fosse che – almeno all’apparenza – Egomnia non ha nulla di più di altri social network che fanno già la medesima cosa, come il famosissimo Linkedin.
Non è certo un caso se in pochi, tra gli utenti, conoscono Egomnia.
Il social network non ha mai ottenuto un gran successo, e ha vissuto più su ‘spot’ pubblicitari che sulla concretezza del proprio progetto. Egomnia e Matteo Achilli sono stati infatti protagonisti di alcuni articoli su giornali di una certa importanza, come il Corriere della Sera (che però criticò molto il social network) e la BBC.
Guido Romeo, su Wired.it, andò ancor più nello specifico: pur augurando ad Achilli di trovare i fondi necessari per sviluppare decisamente meglio quella che finora era solo una buona idea.
Romeo scrisse che “un algoritmo scritto al liceo per fare il ranking di quattro parametri non sembra però una tecnologia di punta molto difendibile, come magari i sistemi alla base di Google o altre aziende”.
A questo punto la domanda è lecita: perchè il regista Alessandro D’Alatri ha scelto di dirigere un film proprio sulla storia di Egomnia che, a somme tirate, non ha mai raggiunto gli obiettivi che si era prefissata ?
D’Alatri, in un’intervista, ha confessato che non gli interessava il soggetto in sé.
L’interesse del regista stava maggiormente nel fornire un racconto che potesse fungere da ‘pungolo’ per i ragazzi, uno stimolo a tuffarsi nell’imprenditoria e a non disperdere il proprio talento.
“Se questa storia serve ad aprire una saracinesca e ad aprire veramente il mondo delle startup, allora è un bene”.
Una speranza tutto sommato condivisibile.