MIT : mini-robot in capsula, la cura del futuro

Massachusetts_Institute_of_TechnologyLa cinematografia, in particolare quella di fantascienza, ha affrontato spesso la possibilità di inserire un microrobot nel corpo che possa compiere azioni ben specifiche.
Sia se manovrato dall’esterno sia completamente autonomo.
Tutti ricorderanno, ad esempio, la cimice innestata nel corpo del programmatore Thomas Anderson (Keanu Reeves) nel film “Matrix”.

Ebbene, gli ultimi studi stanno permettendo di passare dalla fantascienza alla realtà.

Il Massachusetts Institute of Technology (MIT), unitamente all’Università di Sheffield e al Tokyo Institute of Technology, ha messo a punto nelle ultime settimane un mini-robot ingeribile per via orale – come una comunissima pillola – che potrebbe risolvere numerosi problemi che attanagliano la maggior parte dei comuni mortali, come ad esempio la cura delle ferite interne, l’espulsione di corpi estranei accidentalmente assimilati, fino alla somministrazione di farmaci.

Cos’è esattamente questo mini-robot e come funziona?

Questo piccolo oggetto non è altro che un involucro composto da materiale biodegradabile ripiegato come un origami e un piccolo magnete.
Una volta nel corpo del ‘paziente’, l’involucro si apre e libera il contenuto, che è chiamato ad effettuare l’operazione in questione.

Per ora potrà farlo solo tramite input esterni, ma si sta già studiando il passo successivo, ovvero rendere il robot origami completamente autonomo.

L’invenzione verrà presentata nel corso della Conferenza internazionale sulla robotica e automazione (IEEE) di Stoccolma, che comincia proprio oggi 16 maggio e terminerà sabato 21.

Attualmente l’oggetto è ancora in fase di sperimentazione, ma si presume che ben presto sarà utilissimo nel settore sanitario.
Basti pensare che negli Stati Uniti ci sono ogni anno 3500 casi di ingestione accidentale di pile ministilo : grazie al robot origami potranno essere condotte nel colon, pronte per essere espulse, evitando così danni permanenti all’esofago o nello stomaco.
”Le applicazioni interne al corpo necessitano di un sistema robotizzato sufficientemente piccolo e controllabile senza fili”, ha detto la direttrice del CSAIL, Daniela Rus, chiamata in causa come co-ideatore del robot.

Una scoperta ancora da perfezionare, ma che già suscita l’entusiasmo della comunità scientifica.

 

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