Batteria scarica? E allora muoversi
La batteria scarica : un vero e proprio handicap per il ‘wearable’, la tecnologia indossabile che negli ultimi tempi vive una grande crescita sia in termini di popolarità che di vendite.
Spesso però ci troviamo nella situazione di non sapere come fare per ricaricare i dispositivi.
Le attuali batterie hanno un’autonomia decisamente insufficiente per garantire un uso di lungo periodo.
Ma dalla Cina potrebbe arrivare la soluzione definitiva a questo ostacolo che limita le enormi potenzialità dei “device”.
La ricerca dell’Università di Scienze e Tecnologia di Pechino, coordinata da Fang Yi e pubblicata sulla rivista Science Advances, guarda proprio a questo.
Si tratta della possibilità di ricaricare i prodotti tramite il semplice ‘strofinamento’ con la pelle, che produce elettricità da poter sfruttare.
In sostanza vi basta utilizzare il ‘wearable’ per la vostra normale attività fisica, e il dispositivo si ricaricherà di conseguenza.
Correre, camminare, fare esercizi ginnici e aerobici, gesticolare.
Tutti movimenti che permetteranno al vostro prodotto di essere sempre carico e fruibile.
Per tutto il tempo di cui ne avrete bisogno.
Una svolta davvero cruciale per il mondo del ‘wearable’, che aspira a diventare leader nel mercato tecnologico.
Ma come fa ‘tecnicamente’ il dispositivo a ricaricarsi?
I ricercatori cinesi hanno pensato di ottenere elettricità, come detto, direttamente dallo strofinio prodotto negli abiti che si indossano nei movimenti del corpo umano.
Il fenomeno fisico ‘sfruttato’ è esattamente quello delle cariche elettrostatiche.
La tecnologia in questione è la “nanogenerazione triboelettrica”.
I ricercatori hanno provveduto a migliorarla, in modo tale da produrre l’elettricità sufficiente ad accendere 80 Led con un semplice nastro di stoffa grande come un braccialetto.
I materiali ‘strofinati’ che producono tale elettricità ‘ricaricante’ possono essere inseriti nei tessuti degli abiti o anche in semplici braccialetti.
Un’innovazione importante, quella dei ricercatori dell’Università di Pechino, che comporterà senza dubbio una significativa rivoluzione, forse non solo per gli strumenti indossabili.