Case History: Bending Spoons
Le idee migliori, nell’ambito dello sviluppo tecnologico, nascono davvero sempre all’estero? Tutt’altro: la nostra Italia è ricca di menti aperte, sveglie, brillanti.
Parliamo di Bending Spoons.
Nata nel 2013 con l’obiettivo di innovare. Attraverso il suo stile unico è artefice di prodotti che dimostrano quanto la tecnologia possa fare per noi.
65 dipendenti, fondata nel 2013 a Copenhagen da quattro italiani più un polacco, poi trasferitisi in Italia nel 2104.
Il naming aziendale fa riferimento al ragazzino di Matrix, capace di piegare un cucchiaio con la mente. E il simbolismo dietro questa immagine dovrebbe essere abbastanza chiara a tutti.
Con 200.000 download al giorno è il primo publisher italiano su iOS, ed il sesto più grande a livello europeo subito dopo Spotify.
Alcune delle Apps che l’azienda ha prodotto durante gli anni mostrano appieno l’estro dell’azienda, permettendo uno sviluppo numerico che, per un’azienda italiana di questo settore, è divenuta un caso.
Un ottimo esempio è Anamorph.
E’ un’idea interessante che combina arte e puzzle, che unisce prospettiva e dettagli tridimensionali ad oltre 60 puzzle prodotti tutti manualmente.
Se dovessimo definire l’anima di Bending Spoons, possiamo facilmente scorgerla in questo giochino.
Si tratta di scoprire nuovi orizzonti attraverso l’espressione efficiente di opere d’arte o d’impatti grafici generalmente appaganti. Naturalmente, dietro tutto questo, c’è anche un arduo lavoro di programmazione.
Come possiamo stesso leggere dal loro sito web..
“Crediamo nella vera conoscenza e la sperimentazione creativa”.
Quest’ultimi 2 aspetti risuonano in tutta l’azienda come un mantra, e ne denotano la sua natura.
I componenti del Team viene spesso definito “Spooners” e sono piuttosto attivi sui Social Network, come accade su Twitter.
Bending Spoons ha sede a Milano e per le proprie risorse umane è orientata a pescare talenti. Il proprio parco realizzazioni, infatti, possiamo definirlo solido soprattutto grazie al capitale umano che vi lavora.
I risultati si sono fatti vedere nel tempo nell’Apple Store.
Nell’ecosistema di Apple sono presenti Apps molto interessanti prodotte dagli Spooners, ad esempio il famosissimo Splice che permette di modificare i video con una creatività giocosa.
In Generale oltre 20 Apps che contano oltre 241 milioni di download.
Eppure Bending Spoons è concentrata molto anche in campo professionale.
Software per smartphone (le Apps, appunto) dedicati a dieta, yoga, quiz, giochi creativi.
Ma anche utilità per la vita di tutti i giorni: Sleep, ad esempio, attraverso suoni o immagini, o storie, è realizzata per supportare il rilassamento, aiutando le persone a trovare sonno.
Un problema che, quest’ultimo, si stima attiri parecchi miliardi di dollari in farmaci solo negli USA.
Parte dei più grossi risultati non arriva solo attraverso gli Store digitali.
Gli Spooners sono ben presenti fra gli strumenti che possono ottimizzare le operazioni più difficili durante la creazione d’un software.
Sistemi come Katana. piattaforma utile alla programmazione nel mondo mobile; ma anche Crystal, che analizza i download e la monetizzazione per migliaia di Apps sviluppate nel mondo. Attraverso i Big Data analizza poi i dati e pone confronti con la concorrenza.
E che dire di Ambrogio, il cui logo di coltellino svizzero simboleggia il supporto tecnico smart che è messo al servizio di ogni sviluppatore rispetto agli impegni al di fuori dello sviluppo che comporta realizzare un’applicazione. Dalla promozione multilingue, fino all’indispensabile fase di pretest necessaria a comprendere se l’applicazione è “ready for the world“.
Come potete ben immaginare si tratta di strumenti strettamente di nicchia eppure determinanti allo sviluppo per l’ambito di business in cui naviga l’azienda (e sempre più aziende come essa).
Insomma: una lunga storia italiana, creativa e fuori dalle regole.
I numeri sono sorprendenti: un bilancio 2018 che ha visto ricavi per 45,5 milioni di euro. Il quadruplo (!) del 2017, anno in cui si arrivava ai comunque ottimi 9,8 milioni. In Italia si concentra solo il 2% degli utenti e dei ricavi, e anche questo numero fa pensare molto rispetto al successo dell’internazionalizzazione di una (ormai ex) start up che nel mondo digital ha tratto tutti i benefici dell’abbattimento di frontiere che (la si pensi pro o contro) ancora resistono nel mondo reale.
L’utile operativo di 3,1 milioni nel 2018, contro 1,6 milioni del 217, mentre per il 2019 si prevedono ricavi in crescita esponenziale, fino al raddoppio.
Nei numeri non si scorgono investitori, ma una crescita tutta basata sul proprio business : tanto di cappello insomma.
Con obiettivi che richiedono gente preparata. Gli stessi Spooners che a detta di tutti gli osservatori hanno un futuro aziendale limpido: tentare di espandere gli orizzonti.
Ad oggi risulta in cima al gradimento dei giovani relativamente ai luoghi di lavoro in cui si ambirebbe lavorare In italia.
Prima in un pool di 15 aziende messe in fila in questa classifica, ai suoi dipendenti (oltre 200) offre diversi benefit : ferie libere, orari di lavoro flessibili, smart working (ben prima dell’avvento della pandemia) e ogni anno un viaggio in team pagato dall’azienda.
“Pensare fuori dal comune“, questo il mantra di un’azienda per la quale innovare è la priorità.