E-commerce: è davvero iniziato il calo?

Oppure è solo una inevitabile discesa dopo il picco pandemico?

L’enorme impulso che la pandemia ha generato verso tutto l’e-commerce è innegabile. Infatti nel giro di pochi mesi sono stati raggiunti picchi di crescita che nessun analista avrebbe mai ipotizzato in condizioni normali.

I primi ad approfittare di questa evoluzione sono stati i big, dalla statunitense Amazon alla cinese Alibaba. Poi tutto il settore, arrivando a coinvolgere il mercato del commercio digitale a livello globale.

Quale è stata l’evoluzione dell’e-commerce durante il 2022

La prima certezza è che nessuno aveva previsto quello che sarebbe successo durante la pandemia, dove i mercati sono stati sopraffatti dalla domanda di commercio on line e le aziende hanno effettuato rapidamente grandi investimenti soprattutto verso trasporti e logistica.

Questa tendenza si è ammorbidita e durante il 2022 è iniziato un calo generalizzato del commercio on-line, registrato ufficialmente da Salesforce.

Lo Shopping Index di riferimento per questo tipo di mercato, che ha stimato in circa il 2% a livello globale e di circa il 9% a livello di Comunità Europea la contrazione delle vendite.

Capitolo a parte l’Italia che è stato uno dei paesi con il più basso decremento delle vendite. I livelli di vendita del 2022 sono stati sostanzialmente molto vicini a quelli del 2021, anche se da noi vi è uno dei più bassi tassi di conversione, che sarebbe il confronto tra il tempo passato nei siti a studiare prodotti, prezzi, recensioni ed altro rispetto alla conclusione vera e propria dell’acquisto.

Questo ha costretto tante aziende a ridimensionare e rivedere gli investimenti e relative prospettive.

Amazon, ad esempio, ha subito un calo dei profitti rispetto al 2021 di circa due miliardi di dollari, registrando il più basso tasso di crescita forse di sempre. Ripercussioni inevitabili alla Borsa Statunitense, con Amazon seguita da tanti altri che di fatto hanno subito questo forte ed improvviso contraccolpo.

Rallentamento causato in parte da un fisiologico riequilibrio dei mercati in post pandemia. O forse un calo generale dei consumi per tutta una serie di dinamiche che sono subentrate l’anno scorso:

  • rincaro dei prezzi e relativa inflazione
  • rincari delle materie prime e dell’energia in genere
  • instabilità politica a livello mondiale

Tutte cause figlie della guerra in Ucraina. Non ultimo anche il ritorno alla piena attività delle attività commerciali, che ha riportato tante persone a rifrequentare i negozi fisici.

Prospettive future dell’e-commerce

Il futuro del commercio on-line quindi non è facile da ipotizzare, e questo viene dimostrato dagli accadimenti di questi ultimi tre anni.

Pandemia, guerre, crisi a livello mondiale e tutto quello che si sono portati dietro, dimostra che fare previsioni è molto complicato e di non facile analisi.

Gli analisti ipotizzano che le tendenze vadano verso una crescita lenta ma progressiva. Uno dei parametri di cui tengono conto è la crescita dell’importanza dei dispositivi mobili in merito alle attività di navigazione dei siti di shopping on-line. Sempre Salesforce, ha stimato che il traffico globale prodotto da tablet e smartphone sia aumentato del 6% su base annua, mentre è sceso di circa due punti quello generato da PC e questo aspetto viene valutato come positivo.

La quotidianità ci impone un mondo ad alta digitalizzazione.

Questo comporta che tutte le aziende debbano adattarsi di continuo per seguire le rapide evoluzioni e mutazioni dello stesso; e soddisfare al meglio le richieste dei consumatori, che diventano sempre più esigenti in termini di aspettative verso la qualità ed il prezzo, ma anche nei confronti delle tempistiche di consegna, di assistenza al cliente ed ai rapporti con le aziende stesse.

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